
COMUNICATO STAMPA N. 11/2016-17 del 16/03/2017
Prima un silenzio imbarazzato, poi il venir meno ad un accordo preso. A pochi giorni dall’inizio del campionato. Ed ora tanto, tantissimo amaro in bocca. I Crusaders pensavano di aver trovato una casa dignitosa, almeno per le partite ufficiali, presso l’impianto del CUS Cagliari a Sa Duchessa. Si ritrovano con il solito pugno di mosche, nel senso che come nelle precedenti stagioni, sarà il Centro Sportivo di Monte Claro ad accogliere le loro gare interne. Ma anche per riconquistare il “vecchio possedimento” c’è stata la necessità di rivedere l’orario della gara, da tempo concordato. I servizi che avrebbero riservato le strutture di via Is Mirrionis non hanno nulla a che vedere con il clima spartano che qualche centinaio di metri più avanti offre il terreno di via Cadello.
Nessuno ascolterà l’ennesima lamentela della società rosso argentea, ormai è una litania che va avanti da lustri, ma per onor di cronaca il team manager Ninni Marongiu racconta l’evolversi di una vicenda che ha il sapore del paradosso.
Tutto è cominciato quando vi siete messi a cercare maggiori comfort, soprattutto per la tifoseria.
Cerchiamo un campo dove poter disputare degnamente le partite, non soltanto per quanto riguarda il fondo, ma anche sotto l’aspetto dell’accoglienza, con l’utilizzo di tribune degne di quel nome. E poi ci piacerebbe poter disporre di un bar e di spogliatoi capienti.
Qualcosa stava per cambiare..
Nelle varie ricerche avevamo colto come importante opportunità il cambio di gestione al CUS Cagliari, che era stato assunto da persone giovani e con un passato sportivo alle spalle. Dopo averli contattati ci avevano dato una disponibilità di massima, a discutere sulla concessione dei campi, esclusivamente per le sole partite.
Tutto sembrava andare per il meglio.
Dopo varie chiacchierate e diversi scambi di mail, ho partecipato ad un incontro con il presidente Marco Meloni e il vice presidente vicario Stefano Demontis. Siamo arrivati a formulare un accordo che contemplava tutti i dettagli per la concessione (a pagamento) del terreno di gioco di Sa Duchessa, quello circondato dalla pista di atletica. Sia sotto il profilo economico, sia sotto quello logistico.
Vi siete lasciati calorosamente..
Rimanemmo d’accordo che io avrei inviato una mail riepilogativa che entrambe le parti avrebbero sottoscritto per accettazione. A questa mail non segue però alcun cenno di riscontro. Dopo qualche giorno ne mando un’altra di sollecito e a quel punto ricevo una telefonata con la quale mi dicevano che l’accordo non poteva avere seguito per via di non meglio precisate opposizioni che si erano manifestate all’interno del consiglio direttivo del CUS.
Come prima, forse anche peggio.
Ci siamo ritrovati, ad una settimana dall’inizio del campionato, a cercare un altro campo. Per fortuna quello solito di Monte Claro era ancora disponibile e lo abbiamo confermato. Spazio che pur prestandosi dal punto di vista tecnico è privo di spalti, bar e di una pur minima accoglienza per il pubblico.
Non prima di esservi imbattuti negli annosi contrattempi..
Già..In realtà la Provincia ci aveva confermato piena disponibilità, poi giusto ieri mattina ha revocato la concessione costringendoci a cambiare orario (dalle 19 alle 20) e sperare che la FIDAF (Federazione di American Football) accettasse lo spostamento.
Che riflessioni fare dopo questa ennesima beffa?
Solo di natura generale. Sul fatto che i Crusaders non riescano a trovare una casa dove instaurare definitivamente la propria sede. E poi, a proposito del CUS Cagliari, che sia venuto meno ad un impegno di fatto già preso e non onorato per ragioni sfuggenti ai più. Il presidente Meloni ci aveva dato la sua parola e si dà per scontato che quando si arriva a tanto significa esistano i presupposti per poterlo fare, senza dover nuovamente riportare tutto quanto in consiglio. Molto spesso, in organizzazioni di questo tipo, le difficoltà legate agli equilibri interni possono ribaltare tutto, ma chi di dovere avrebbe dovuto risolverle prima di darci ampia disponibilità.
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