La storia dei Crusaders

Se si vuol parlare di football americano made in Sardegna si può usare una sola parola: CRUSADERS
Dal 1990, anno di fondazione, la formazione cagliaritana si è mossa nel panorama nazionale di questa nuova e complessa disciplina compiendo grossi sacrifici economici per poter proseguire il proprio cammino nei dispendiosi campionati nazionali effettuati.
Nati in dicembre, da un manipolo di giovani appassionati che già militarono assieme in passato nei SIRBONS Cagliari, diedero vita al nuovo progetto di football americano isolano.

Sirbons Cagliari

Una squadra nata quasi per caso, una proposta, una idea, la voglia di crederci e di vivere e condividere un’esperienza e creare una società e un team, tutto condito con passone e amore per uno sport unico nel suo genere.
Nel racconto di Dario Mannoni, uno dei fondatori dei Crusaders Cagliari ci sono le emozioni di chi ha vissuto con grande intensità la storia del team dal lontano gennaio 1990.
Michele De Virgiliis (mio storico amico e compagno di barca) dopo giorni di insistenza riuscì a convincermi a provare a giocare a football americano almeno per un allenamento” – racconta Dario Mannoni – “Ero molto scettico, venivo da 8 anni di canotaggio agonistico, sport tutto allenamento e sacrificio, e proprio non riuscivo a immaginarmi a partecipare a un gioco fatto di violenza, paillettes e cheerleaders (questo era il football americano nel mio immaginario).
Con il primo allenamento ad Is Arenas a Quartu fui costretto a ricredermi: certo, con i Canottieri Ichnusa eravamo stati una grande squadra vincente ma il canotaggio rimaneva uno sport individuale (o quasi). Il football americano si mostrò immediatamente tutta un’altra cosa: un vero sport di squadra dove ogni singolo giocatore è un piccolo ingranaggio di un meccanismo perfetto, dove fisicità ed atletismo si fondono perfettamente con tattica e coraggio. Insomma, era nato un nuovo amore. Dopo poche settimane mi comprai la prima attrezzatura (di seconda mano) e proseguii ad allenarmi sino al mese di maggio”.
Ma il percorso verso un nuovo sport è sempre pieno di ostacoli. “Purtroppo ai primi di maggio la mia nuova avventura sembrava aver raggiunto uno stop definitivo – commenta ancora Mannoni – I due allenatori Fabrizio Columbu e Raffaele Crudele (in realtà si trattava di due giocatori che in assenza di un coaching staff si erano presi l’incombenza di allenare) ci dissero che la società dei Sirbons, per totale assenza di dirigenti e di risorse finanziarie si era sciolta e che il football americano in Sardegna aveva raggiunto il capolinea dopo pochi anni. Enorme fu il mio dispiacere e, con molti rimpianti, mi apprestai a riprendere la mia vita di canottiere”.
Ma da ogni fallimento, nella vita come nello sport, ci si rialza sempre e a settembre dello stesso anno il football americano torna a bussare alla porta di Dario Mannoni. “Ero impegnato nella preparazione dell’esame di lingua inglese – racconta – Tra un genitivo sassone ed una commercial paper Paolo Bruni (amico di infanzia e per l’occasione compagno di studi universitari) mi chiese: Stai ancora facendo canottaggio a livello agonistico? No, questo inverno Michele mi ha convinto a provare a giocare a football americano. All’inizio ero piuttosto riluttante, ma già dal primo allenamento mi sono appassionato. Football Americano? É il mio sogno da quando sono ragazzino, e anche se non ho il phisique du role, vorrei provare anch’io. Credo che sarà piuttosto difficile. I Sirbons si sono sciolti definitivamente questa estate per carenza di soldi e di dirigenti”.
Ma la chiacchierata tra amici non si concluse con una delusione, ma con una idea. “Paolo fece una sparata che mi lasciò allibito – commenta ancora Mannoni – Fondiamo noi una squadra, disse. Sino a quel momento avevo solo pensato a fare bene l’atleta e non mi ero mai interessato a problemi di natura organizzativa, anche perché non avendo ancora compiuto 22 anni, ritenevo fosse prematuro. Decisi di prendere tempo prima di fare desistere Paolo definitivamente. E’ parecchio complicato, ma possiamo sentire Michele De Virgiliis e vedere cosa ne pensa, gli risposi, poi vista l’impazienza di Paolo, chiamai Michele al telefono che con sicurezza fissò un appuntamento per il giorno dopo a casa sua”.
“L’indomani prospettammo brevemente l’idea a Michele che, dopo averci ascoltato con estremo interesse, esclamò: ‘Fighissimo! Cerco di riunire per la prossima settimana Fabrizio e Raffaele (gli allenatori della nostra breve esperienza di football americano) e altri giocatori dei Sirbons per vedere cosa si può fare in tempi brevi. L’entusiasmo di Michele e Paolo mi sorprese parecchio. Probabilmente la mia inesauribile razionalità frenava quel poco di incoscienza che è necessario avere in queste occasioni”.
Ma ormai il seme di una nuova squadra di football americano era stato piantato. “La settimana successiva nell’ufficio del padre di Michele ci riunimmo assieme a Fabrizio e Raffaele, Aldo Luchi, Stefano Sechi, Emanuele Garzia, gli unici ex-giocatori, tra i tanti contattati, che non si erano spaventati per le enormi difficoltà che comportava la costituzione di una nuova squadra di football americano in Sardegna” – ricorda ancora Dario – “Rimasi affascinato dall’enorme entusiasmo che trascinava il gruppo (la cui età media non raggiungeva i 25 anni) anche se la mia scarsa conoscenza del gioco, unita alla mia totale inesperienza di dirigente, ancora non mi faceva pienamente rendere conto di che cosa stavamo costruendo”.
“Nei mesi successivi molteplici riunioni servirono a definire il nome, i colori sociali oltre che a prendere contatti con la federazione”. In quegli incontri arrivarono anche le proposte per un possibile nome per la squadra. “Il nome Crusaders fu proposto da Raffaele Crudele – sottolinea Mannoni – basandosi su un gioco di ruolo che lo affascinava in quel periodo e, ignorando l’esistenza della famosa squadra di Amsterdam, vincitrice dell’Eurobowl. Più complessa la scelta dei colori sociali: scartati i colori cittadini rossoblù perché già utilizzati dai disciolti Sirbons, dopo interminabili discussioni si scelsero i colori rosso, argento e nero”.
La nascita dei Crusaders è datata 19 dicembre 1990. “Ci ritrovammo in viale Regina Elena nello studio del notaio Vacca per costituire la nostra associazione – racconta Mannoni – Erano nati i Crusaders”.
Il primo allenamento poco meno di un mese dopo. “A gennaio del 1991 una trentina di persone si presentano al campo Rai per il primo allenamento dei Crusaders – ricorda Dario – Pochissimi sono gli ex Sirbons (la maggior parte dei quali non hanno mai creduto al progetto Crusaders) moltissimi i giovani che vogliono provare a giocare a football americano dopo averlo visto per tanti anni in Tv”.
Ci vorranno ancora alcuni mesi per colmare l’ultimo tassello mancante al progetto: l’head coach. “Inizialmente eravamo allenati da un pool di giocatori-allenatori, il primo che si rese disponibile a ricoprire il ruolo di head coach (pur non avendo l’esperienza) fu Giacomo Clarkson che divenne in seguito uno dei punti di riferimento della squadra e dell’associazione”. Un anno e due mesi dopo la prima uscita ufficiale del nuovo team di football americano sardo. “Il 21 marzo del 1992 dopo oltre un anno di allenamenti senza sosta (unica pausa il mese di agosto) un manipolo di 36 atleti affrontò la prima gara ufficiale dei Crusaders, la trasferta nel lontanissimo campo degli Achei Crotone – racconta Mannoni – Il risultato finale fu di 36-3 (finale primo tempo 0-0). I primi punti della storia dei Crusaders furono segnati con un field goal di Luca Peralta il quale, negli spogliatoi a fine partita, fece un discorso alla squadra rivelatosi, con gli occhi di oggi, premonitore: Il mio field goal sarà la prima di tantissime segnature e quella di oggi la prima di infinite battaglie che i Crusaders affronteranno”.
Un mese dopo, il 12 aprile, arrivò anche il primo touchdown. “Giuseppe Segreto, con una corsa di 65 yard, segna il primo touchdown della storia dei Crusaders a Palermo contro i Blackstars. Il primo di una lunga lista di touchdown che ha segnato la storia dei Crociati cagliaritani. Una storia fatta di vittorie, soddisfazioni, ma anche sconfitte, una storia importante che stagione dopo stagione riempie le pagine di un libro immaginario che ha ancora tanto spazio per nuovi racconti di battaglie in campo e di successi.

Logo-Crusaders-1990
Crusaders-008-1992
Il logo originale dei Crusaders, I Cru nel 1992 e nel 1993

Le grandi annate dei CRU

2003 Campionato Nine league (football a 9)
Con un record di 7 vinte e 3 perse i Crociati arrivano a disputare una ormai storica e unica (per la cornice nelle quale è stata giocata) finale del campionato Italiano di football a nove, il primo Nine Bowl allo stadio Artemio Franchi di Firenze. Davanti ad un pubblico di 6000 spettatori perdono contro dei fortissimi Guelfi di Firenze padroni di casa.

Il franchi di Firenze
I Crusaders nella finale di Firenze

2004 Campionato Nine League (football a 9)
Alla giuda di Ninni Marongiu in veste di head coach, Alberto Toscano come offensive coordinator, Giacomo Clarkson defense coordinator e Gianni Manca assistente responsabile del secondario di difesa; i Crusaders dopo aver vinto una vera e propria battaglia in finale di conference contro i Barbari Roma Nord approdano al secondo Nine Bowl, sconfiggendo a Castiglione della Pescaia i Red Jackets Sarzana per 30 – 8 dove verranno consacrati per la prima volta campioni di football a nove.

I Crusaders vincitori nella finale CIF9

2008 Campionato Under 17
Le semifinali raggiunte dalla prima Under 17 dei Crusaders.

2010 Campionato Nine League CIF9 (football a 9)
Dopo alcune stagioni altalenanti, i Crusaders si aggiudicano nuovamente il titolo nazionale battendo a Palermo gli Islanders Venezia per 24 a 14.

Nine-2010-04
 Nine-2010-02
 Nine-2010-03
 Nine-2010-01
I Crusaders vincitori nella finale di Palermo

2011 Campionato Nine League CIF9 (football a 9)
L’anno seguente i Crusaders disputano nuovamente la finale di campionato di Football a 9 questa volta a Varese contro le Aquile Ferrara, ma perdono per un punto.

Nine-2011-01
Nine-2011-02
Nine-2011-03
Nine-2011-04
I Crusaders nella finale persa del 2011

Dal 2012 i Crusaders Cagliari giocano nel campionato di seconda divisione del football a 11 giocatori.

Crusaders-2012-01
Crusaders-2013-01
Crusaders-2013-02
Crusaders-2014-01
I Crusaders nei campionati di Seconda Divisione degli ultimi anni
Logo-CRU-1 2014
Il logo dei Crusaders ridisegnato nel 2014

Dal campionato 2019 i Crusaders decidono di ripartire dal campionato CIF9 per dare nuova vita al progetto e ripartire per scalare ancora le vette del football italiano.